Ad Arte Fiera l’arte italiana sugli scudi


Cinquantamila visitatori, una marcata identità italiana ed espositori in aumento (196), così Arte Fiera di Bologna ha doppiato il suo 50° anniversario. Nata in anni di fibrillazione (1974) in cui arrivarono galleristi Usa come Leo Castelli e Ileana Sonnabend, offre l’opportunità di fare il punto sul mercato nazionale dell’arte: postpandemico, intra-bellico, a cavallo di crisi continue. I collezionisti c’erano tutti, anche Patrizia Sandretto Rebaudengo. Perfetto “portare a Bologna chi non sta ad aspettare che siano le aste a consacrare con top-prices i talenti storicizzati od emergenti della penisola. Con qualità spesso molto superiore ai contemporanei esteri e al riconoscimento di mercato” dice Simone Menegoi, direttore artistico. Ma bastano gli invocati Vip manager per riuscire nell’impresa? “Non è deluso chi ha attese proporzionate. È un appuntamento collegato ai collezionismi delle tante città e culture della penisola” sintetizza Michele Casamonti di Tornabuoni Arte. Gli fa eco Glauco Cavaciuti: “ È piaciuta la qualità e stabilità di Arte Fiera in un contesto volubile in cui se chiude il Mar Rosso saltano gli equilibri delle aziende” e l’economia di pace arretra sotto i colpi di quella bellica. “Grande energia dai collezionisti, nessuno intende mollare” racconta Massimo Minini, decano gallerista-scrittore che ha venduto da Jacopo Benassi (4 foto) a Peter Halley (100mila €) e a cui il Mambo ha comprato Sabrina Mezzaqui (premio Righi).

Molta qualità e offerta diversificata

Fino al primo semestre 2023, l’uscita dalla pandemia e lo scongelamento delle risorse del collezionismo diffuso alimentava le compravendite. Arte Fiera ha retto tante crisi con la creatività e flessibilità di imprese medio-piccole. Nel 2024 ha presentato un’alta qualità di proposte, nel contemporaneo (Pad.25) come nello storicizzato (Pad.26). Venduti all’apertura un Mario Radice del 1940-42 (da Bottega Antica) e un grande Mirco Marchelli (da Cardelli e Fontana, quotazioni tra 13-14mila €+Iva). Poi Piero Dorazio e Alighiero Boetti (da Tornabuoni Arte e Glauco Cavaciuti) con cifre a 4-5 zeri. L’offerta è stata molto diversificata. Non solo grazie a due sezioni dedicate a Multipli e Fotografia + immagini in movimento. Ma anche per l’ampio range di prezzi che cattura fasce d’età e pubblici con diversi orientamenti d’investimento, nella Main Section come per il XXI secolo.

Fotografia, performances e multipli

Tra le foto, ammirati Rebecca Norris Webb, Marco Maria Zanin e Giuseppe Lo Schiavo con un trittico mediterraneo comprato da un museo olandese (2,5-7,5mila € da Spazio Nuovo) o Silvia Camporesi (da Sara Zanin). Della Bologna di 50 anni fa ci sono le foto delle performances di Gina Pane ( 1973-4) e Marina Abramovich (1977), eventi con “nulla da vendere” da Richard Saltoun, londinese con staff romano alla riscoperta di artiste come Bice Lazzari o Greta Schödl, in pista per la Biennale di Venezia 2024 (3-25mila €, altre fino a 150mila). Per i Multipli studenti entusiasti alla Galleria Albicocco con Emilio Isgrò o Piero Pizzi Cannella, le cui poetiche sono perfette per le grafiche senza arrivare ai 120mila € dei grandi olî (da Muciaccia). Crescono i collezionisti di fotografia, giovani o più maturi, anche da Valeria Bella: “Sembrava la Bologna dei tempi migliori” con acquisti nella fascia 2-11mila €. Si registra un buon volume d’affari anche per le sempreverdi ed eccezionali incisioni di Giorgio Morandi nella fascia di partenza delle quotazioni (da Repetto 30/40-100mila €). E se volete sentire parole sincere sul rapporto giovani/maestri fate un passaggio a Palazzo Fava, per una testimonianza-video pop di Concetto Pozzati.

Le opere proposte ad Arte Fiera

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Maestri esteri ed italiani

Le vendite degli italiani storicizzati si sono concentrate nel range tra 40-100mila € con punte sino a 300mila, delineando un mercato interno preparato ma cauto. In cui aumentano i giovani collezionisti pur con limiti di manovra. In questa fiera che di necessità fa virtù esaltando la creatività italiana, non sono mancate nella Main Section eccellenti perle estere come Serge Poliakoff, venduto il primo giorno (da Gariboldi a 160mila €), Peter Halley volato via domenica (a 100mila € da Minini). Viste anche opere di Paul Delvaux e Sebastian Matta (da Galleria Maggiore, nell’ordine di 850mila e da 38mila €). E Heinz Mack ultima maniera che, 92enne, è fosforescente e più potente di molti iperrealisti (da Cortesi a 160mila €). Bello anche un Jason Martin (da Mimmo Scognamiglio).
Grande presenza per Carla Accardi e Giuseppe Capogrossi venduti da Cavaciuti, ma ambedue in altre 6-7 gallerie. Troneggia su tutti Piero Dorazio con monografica da Lorenzelli Arte e molte altre opere in altrettante gallerie nel range tra 50-160mila €. Si sale a 350-580mila per grandi tele anni ’60 (da Cortesi). Anche Tornabuoni ha venduto due Dorazio, oltre Valerio Adami, Emilio Isgrò e Ottone Rosai. Da Bottega Antica, tra 40-70mila €, un documentato Alberto Savinio anni ’30 e un disegno di Boccioni. Sottolinea Galleria Russo: “Il combinato di qualità, bibliografia e stato di conservazione” sfonda le resistenze. Arte Fiera è matura per un Vetting di garanzia”.
Per la scultura ha ceduto pezzi storici “che non si trovano facilmente”: da Medardo Rosso a Duilio Cambellotti, oltre a Fausto Pirandello e disegni di Marussig e Sironi (embargo sui prezzi). C’erano anche Leoncillo, Arnaldo e Giò Pomodoro e Pietro Consagra, con un raro bassorilievo celeste (70mila €) da Muciaccia. Spiccavano dosi massicce di Giuseppe Uncini (da Armanda Gori, arte contemporanea) e alcuni Nunzio (a 30mila € da Rosso Vermiglio).

Sui radar Salvo e Boetti

Impressionante sfilata di Boetti da Glauco Cavaciuti con vendite nel range tra 80-120mila € e trattative in corso per i pesi massimi. Ondate di Salvo, tra cui spiccano quelli di Mazzoleni e Simoens (quotazioni tra 65/75-150mila €). Mentre qualche Mario Schifano è apparso un po’ sottotono. Strano ma vero: fuori dei radar il Futurismo, in attesa della mostra d’autunno alla Galleria Nazionale di Roma, eccezion fatta per Bottega Antica, Campaiola e Galleria Russo con esempi del Secondo Futurismo, da Tullio Crali a Gerardo Dottori. Classe 1946 notato Nahum Tevet (da Galleria Maab nel range 15-35mila). Da Galleria Continua installazione di pagnotte di pietra dei Carpazi dell’ucraina Zhanna Kadyrova già a 1 € al grammo alla Biennale.



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