“Adam Pendleton: Toy Soldier” alla Galerie Eva Presenhuber, Zurigo


“Adam Pendleton: Toy Soldier”, installato in tre spazi black-box, integra molteplici flussi continui di scrittura e lettura. In una nuova serie di piccoli collage, Pendleton combina forme geometriche, cerchi e triangoli, con spruzzi metallici, gocce e altre forme, conducendo un gioco improvvisato di ombre e luci soffuse. Ritagli neri opachi danzano sul primo piano di ogni opera. I gesti dipinti a spruzzo, qui resi in argento e oscurati quasi all’illeggibilità, creano una linea passante con il testo dipinto a spruzzo dei dipinti senza titolo (NOI SIAMO), in cui una singola frase, “NOI NON SIAMO”, esplode nei campi del linguaggio combinatorio, filtrato e modulato da linee sovrapposte che formano ovali, triangoli e quadrilateri.

Toy Soldier (Note su Robert E. Lee, Richmond, Virginia/Strobe) (2021–22), l’opera video al centro della mostra, esegue sia una lettura ravvicinata che una trasformazione del suo soggetto, una statua equestre del 19° secolo del generale confederato Robert E. Lee che si trovava dal 1980 al 2021 a Richmond, Virginia, Stati Uniti. I riflettori si muovono a varie velocità attraverso la statua e il suo piedistallo coperto di graffiti, estraendo sezioni di testo, quasi in contrappunto con le forme nere che passano sul terreno dei collage. Il Senza titolo (NOI NON SIAMO) i dipinti rivelano e oscurano il proprio testo, con bianchi e neri sovrastampati che formano regioni imprevedibili di luminosità e oscurità che risuonano con i cerchi vaganti e i lampi di luce che punteggiano Toy Soldier (Note su Robert E. Lee, Richmond, Virginia/Strobe).

La zona temporale di questo lavoro video è stroboscopica, da qualche parte tra il movimento e l’immobilità. Le immagini sfarfallano rapidamente verso il nero assoluto e oscillano tra filmati ingranditi e sgranati del generale e del suo cavallo contro un cielo senza nuvole, il fogliame circostante e la notte di Richmond. Una partitura di Hahn Rowe intreccia la voce balbettante e digitalmente distorta di Amiri Baraka, da una lettura del 1980 della sua poesia “Dope”, con momenti di fiati, archi e percussioni orchestrati. Diversi insiemi distinti di movimenti e prospettive vengono ripetutamente scomposti, ricostituiti e invertiti. Le fotografie d’archivio mostrano brevemente l’impalcatura del monumento e la sua inaugurazione nel 1890: cavallo e cavaliere avvolti in un panno, irriconoscibili. In questa poesia sonora Pendleton inserisce anche una nuova figura: un attore in piedi impassibile davanti alla struttura, stagliato, spettrale e spesso appena visibile.

Come nei collage e nei dipinti, le operazioni qui impiegate mostrano continuamente nuovi aspetti del materiale a portata di mano mentre lo scrivono, lo riscrivono e lo sovrascrivono. Toy Soldier (Note su Robert E. Lee, Richmond, Virginia/Strobe) si sviluppa come un palinsesto in movimento, che mette a confronto le “geometrie predefinite” con altre modalità di astrazione e rappresentazione, con altri passati, futuri e conseguenze.

a Galerie Eva Presenhuber, Zurigo
fino al 26 novembre 2022



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