“Destiny Cornucopia”: Nancy Lupo e Monique Mouton a Veda, Firenze


Il colore predominante nello spazio della galleria è il nero, ma è circondato da tonalità pastello. Se hai visto la versione a colori della scenografia per la casa della famiglia Addams, conoscerai la sensazione. Un altro esempio sono gli “effetti di meraviglia” che Georges Méliès ha costruito per dare forma ai paesaggi dei suoi film. Il suo lavoro è considerato fantascienza, ma in realtà il background del regista francese era quello di illusionista e prestigiatore; dirigeva il Théâtre Robert-Houdin di Parigi.

Le opere dell’artista Nancy Lupo ci immergono in un mare scuro e un po’ artificiale.I narratori dei mari incrociati(2022) è una foresta di pezzi da pavimento simili ma non identici; c’è sempre una variabile che li differenzia. Le interpretazioni sono infinite. Elaborando un gruppo di opere passate, l’artista ha scelto il cemento come materiale con cui interrogare i sentimenti. Nelle sfumature fatte di riflessi neri e stelle e glitter come quelli usati per decorare le unghie, l’atmosfera appare inconciliabile, caramella e grottesca.

I titoli delle opere sottolineano la confusione, data la doppia accezione della parola “cassiere”, legata com’è sia allo scambio monetario che alla lettura del futuro. In entrambi i casi, si potrebbe dire che tutto ruota intorno alla fortuna. Il serpente attorcigliato è il totem diNuove spirali(2022), una serie di sculture sospese rettiliane. All’apice di ogni vortice di vetro, una campana a forma di campana emette un suono da un motore che permette all’animale di ruotare su se stesso. Liberated è una dimensione energetica che avvolge, come dopo una lezione di yoga.

Uno degli esseri sospesi sembra avere un’anatomia distorta. Sembra un fantasma sotto un lenzuolo bianco, con il double face e le labbra di silicone che fanno capolino. Sexy. Il termine greco per qualcuno con una testa ma due facce èdiprosopo. Curioso notare che nella mitologia romana, Janus Bifrons è il dio degli inizi, materiale e immateriale. Avanti e indietroLeader Corona(2022) avvolge anche. A forma di corona, questo lungo film arrotolato di carta nera presenta i disegni realizzati da Lupo ascoltando le voci delle guide spirituali. Si tratta di volti, alcuni in parte abbozzati e altri delineati in modo più preciso, e segni e tracce che ricordano viti e bulloni.

L’illusione gotica romantica è forse di buon auspicio, e l’oralità, in più occasioni (come nell’arte della narrazione, nelle bocche di plastica, nelle voci dei guru), si rivela uno strumento con cui dare uno sguardo nuovo alla quotidianità. La storia raccontata nello spazio espositivo opera anche attraverso il taglio.

Nel lavoro di Monique Mouton, la carta è una trama materica che l’occhio può percepire e con cui interagire. Le sue composizioni sono inquiete e irrisolte, mai soggette a un sistema rigido. Ad intermittenza, avanti e indietro, è possibile cogliere i segni dell’esistenza precedente dell’opera, come il suo disegno preparatorio oi fori lasciati da spilli fissati al muro nello studio. In questa serie di opere la superficie è l’insieme, e il senso dello spazio appartiene tanto al disegno quanto ai tessuti che ne fanno lo sfondo (presentato per la prima volta in mostra) e alle cornici. Ogni dettaglio si adatta perfettamente agli altri. La cornice è unica per ogni quadro: lo spazio del foglio determina il materiale, lo spessore, la finitura esterna. È un elemento solido (nella ricerca dell’artista), ma anche elastico, variabile.

I paesaggi costruiti di Mouton non sono una questione di mostrare (dare una forma) ma di rimodellare (dare forma a una lotta che appartiene allo sguardo). L’invito è ad avere una visione spaziale e temporale, da assorbire lentamente. Una terracotta, appena realizzata per questa occasione, unisce lo scultoreo al pittorico. Si presenta come una finestra rotonda che si apre sulla vegetazione astratta e su un ruscello. E ancora qui, un riferimento architettonico induce a una lettura diversa dello spazio espositivo. Ricordando il progetto realizzato per la sua mostra 2020Treccia a Borgo Pinti 84/R, Firenze, la visione dell’artista sembra talvolta trasformarsi in quella di un designer o di un architetto. I disegni disposti sulle pareti attorno alle opere di Lupo ––frottage, pastello, grafite, acquarello–– offrono la sensazione di trovarsi in una grande stanza di vetro dai cui quadrati imperfetti emergono pianeti, segni ed evanescenze.

Realizzata durante un periodo di residenza insieme a Firenze, la collaborazione dei due artisti può essere definita un pezzo assolutamente site-specific. Le opere dialogano tra loro e con l’ambiente circostante, estendendo la conversazione agli elementi a loro più vicini. Seppur incatenato alla permanenza e stabilità dei due media scelti da Lupo e Mouton (il concreto e il pittorico), l’esperienza è quella del movimento, scosso come una bobina che si riavvolge.

InCornucopia del destino, un dettaglio potrebbe persistere nell’immaginazione per troppo tempo, permettendo a un sibilo di insinuarsi nel timpano. La fruizione è lenta, rasserenante, un momento di meditazione. “C’è già qualcosa da qualche parte che potremmo chiamare un western barocco? Qualcosa che vede l’erotismo e l’infinito ma è anche pietrificato?” chiede il testo della mostra. L’oceano infatti non era una semplice massa d’acqua, ma l’unico vero abitante di Solaris, un organismo cosciente e sviluppato pronto a trafiggere i suoi personaggi come una pistola.

a Veda, Firenze
fino al 12 novembre 2022

Nancy Lupo (1983, Flagstaff) currently lives and works in Los Angeles. 
Galleries and institutions that have exhibited Nancy Lupo's work include: Veda (Groupshow, 2022), Kristina Kite gallery (Solo, 2022, 2020, 2017) LC Queisser (Groupshow, 2022); Jan Kaps (Solo, 2021; 2019; Groupshow, 2018); Galeria Dawid Radziszewski (Solo, 2021); MAK Center for Art and Architecture (2021); Neuer Kunstverein Wien (2021); Oxygen Biennial of Contemporary Arts (2021); Kristina Kite Gallery (Solo, 2020); CAPC Musee d‘Art Contemporain (2020); Museum of Contemporary Art San Diego (Solo, 2019); Los Angeles Public Art Triennal (2019); Antenna Space (Solo, 2018); Hammer Museum (2018); Palais de Tokyo (2017).

Monique Mouton (1984, Fort Collins, Colorado) lives and works in New York, NY. Mouton’s artistic research has been widely exhibited, nationally and internationally with shows at VEDA, Florence; Bridget Donahue, New York; Kayne Griffin Corcoran, Los Angeles; Natalia Hug, Cologne; Klemm's, Berlin; Catriona Jeffries, Vancouver; Galeria Mascota, Mexico City; Fourteen30, Portland; Simon Lee, New York; Gladstone Gallery, New York; Metro Pictures, New York; Wallspace, New York; Cleopatra's, Brooklyn; and many other.

Lisa Andreani is Associate Editor at Mousse Magazine.



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