“Ho avuto un cane e un gatto” presso Georg Kargl Fine Arts, Vienna


Prendendo in considerazione le relazioni umane e ciò che ci riguarda tutti, Josef Čapek, pittore e scrittore ceco, ha sfidato le condizioni esistenti e il pensiero del suo tempo. Insieme alla sua vita e al suo lavoro, il libro per bambini Tutto su Doggie e Pussycat (1929) divenne fonte di ispirazione per la mostra. Sviluppata con un processo di lavoro collaborativo approfondito, la mostra riunisce artisti di diverse origini, che si intrecciano con l’ordine esistente delle cose e rispondono al loro tempo in modi ad ampio raggio: (de)costruiscono, ampliano, riadattano e, in tal modo , raffigurano il mondo interiore ed esteriore con tutte le sue complessità. Collisioni e contraddizioni – presenti nell’ordinario e nel comune,1 dare vita a una miriade di idee, esperienze e riflessioni straordinarie sulla nostra convivenza.

Gli artisti selezionati, ognuno con le proprie pratiche distintive, condividono un coinvolgimento nel combinare cose ed esperienze quotidiane divergenti che altrimenti non si sarebbero incontrate. A volte ci fanno meravigliare. C’è quel timore reverenziale appena comprensibile della transustanziazione; “l’artista prende in prestito la materia del mondo e la scambia con la sua [her] proprio materiale per esprimere il suo [her] proprio rapporto con il mondo”.2 Per quanto insensate possano sembrarci le azioni e le soluzioni alle varie situazioni di Doggie e Pussycat, alla fine hanno perfettamente senso. I due personaggi danno significato al mondo creato da Josef Čapek; per lui (per i bambini e per il lettore) sono i rappresentanti del senso – la materia più dura è il pensiero (umano) – che affrontano la quotidianità attraverso il processo di concretizzazione. 3

L’approccio di Čapek alla vita (il suo travolgente entusiasmo e attenzione per essa, palpabile attraverso il suo stile artistico-letterario unico di precisione e semplicità, ininterrotto e famelico fino alla fine) e la sua visione del mondo, che fa riferimento ai valori elementari dell’esistenza umana e alla comprensione l’arte come medium capace di riflettere su cose che sono fondamentali quando si raggiungono i limiti del linguaggio, ha ispirato il concept espositivo.

Mentre le dicotomie, introdotte nel tema curato dal Festival di quest’anno, sembrano essere un modello obsoleto per pensare all’adesso (per esistere all’interno di un sistema binario, si deve presumere che siamo immutabili e che il modo in cui leggiamo il mondo è predeterminato , piuttosto che definire e scegliere noi stessi), confermano anche la nostra paradossale urgenza di una comprensione di base del mondo attraverso la narrazione. Semplificare e mediare per capire e comprendere il mondo è un’esigenza umana, strettamente legata ai limiti del corpo (umano). Con questo in mente, David Fesl ha concepito il progetto espositivo sulla base delle condizioni di illuminazione naturale esistenti nell’edificio. Le opere in mostra sono collocate secondo la seguente logica naturale: “Nei luoghi luminosi si incontrano più opere d’arte, in quelli bui le meno. Dove la luce del giorno non arriva, nulla sta in piedi. La strategia della riduzione e della massima focalizzazione guida gli spettatori attraverso lo spazio, richiedendo la loro attenzione e invitandoli ad avvicinarsi alle opere d’arte. Emergenti o sfumare, sospese, le soglie della mostra sono i passaggi (dalla luce alle tenebre o dalle tenebre alla luce), dove avviene naturalmente l’unificazione o la divisione. In assenza di illuminazione artificiale, la mostra “I Had a Dog and a Cat” diventa un’esperienza fenomenologica unica.

a Georg Kargl Belle Arti, Vienna
fino al 15 ottobre 2022

1 Alla domanda in una recente intervista televisiva su ciò che lei definisce “il Comune”, la filosofa slovena Alenka Zupančič ha risposto: “Solo la moltitudine può produrre il comune; la moltitudine delle relazioni umane”.
2 “Ogni approccio veramente creativo è magico. (. . ‘.) L’artista prende in prestito il materiale del mondo e lo scambia con il proprio materiale per esprimere il proprio rapporto con il mondo”. Josef Čapek, Umění přírodních národůin Pečinková, 71.
3 Adam Budak, testo della mostra per David Fesl, Il ragazzo concretoGeorg Kargl Belle Arti, Vienna, 2020.



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