La magia del silenzio. Antonio Donghi incanta Roma – Roma



Antonio Donghi, Gita in barca, 1934, Olio su tela, Fondazione Elena e Claudio Cerasi

Roma – Muto e impenetrabile come i personaggi dei suoi quadri, Antonio Donghi è stato ed è un enigma anche per i critici più esperti. Il suo irresistibile mistero va ora in scena a Palazzo Merulana, in una mostra che promette di offrire nuove idee e suggestioni attorno a 34 capolavori. Ritratti, paesaggi, nature morte, figure in interni ed esterni, personaggi del circo e dell’avanspettacolo daranno conto dell’intera produzione del pittore novecentesco, tra i principali protagonisti del Realismo Magico in Italia.  I dipinti in mostra arrivano da importanti collezioni come quelle di Banca d’Italia e UniCredit, oltre che dalla Galleria Nazionale e dalla Comunale d’Arte Moderna di Roma, più un significativo nucleo proveniente dalla Fondazione Elena e Claudio Cerasi. 


Antonio Donghi. La magia del silenzio. Palazzo Merulana, Roma, 9 febbraio – 26 maggio 2024

Classe 1897, romano, Donghi fu un artista schivo e introverso, che tuttavia divenne presto noto a livello internazionale, stimolando tra gli studiosi un vivace dibattito intorno alla sua appartenenza culturale e al suo stile. Immagini chiare e delicate caratterizzano una pittura semplice solo in apparenza, che avvolge lo spettatore in un magnetico senso di attesa, sospeso tra il presentimento di una rivelazione improvvisa e nuovi, inquietanti interrogativi. 

Altrettanto ambiguo e misterioso è il percorso artistico di Donghi, che inizialmente si esprime in un linguaggio pittorico di matrice ottocentesca, per cambiare radicalmente stile in pochi mesi, tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923. La scelta del Magischer Realismus (Realismo magico), lanciato in Germania da Franz Roh, sarà la sua fortuna, proiettandolo sulle scene espositive e sul mercato estero, dall’Europa agli Stati Uniti. 


Antonio Donghi. La magia del silenzio. Palazzo Merulana, Roma, 9 febbraio – 26 maggio 2024

Fabio Benzi, curatore della mostra a Palazzo Merulana, si è fatto un’idea ben precisa sull’improvvisa trasformazione di Donghi. A suo parere, galeotta fu una mostra, e precisamente quella del collega Umberto Oppi presso la Galleria Bragaglia a Roma. “Le opere di Oppi – racconta lo storico dell’arte – con i personaggi immobilizzati in un’atmosfera senz’aria, i paesaggi costruiti da edifici geometrici sovrapposti nella loro volumetria come negli affreschi giotteschi, il disegno nitido e affilato, le espressioni interrogative e penetranti, l’aria di Realismo Magico al limite della Nuova Oggettività tedesca devono essere state il vero precedente saliente e l’ispirazione scatenante per Donghi” che, tuttavia, in questa metamorfosi mise molto di suo: “Al glamour rarefatto di Oppi, egli preferì una popolarità nostrana, quasi romanesca, che spogliava la figurazione dai preziosismi e la adattava a pollarole, lavandaie, donne del popolo, cacciatori e teatranti dell’avanspettacolo”. 

Antonio Donghi. La magia del silenzio
 sarà visitabile a Palazzo Merulana dal 9 febbraio al 26 maggio 2024. 


Antonio Donghi. La magia del silenzio. Palazzo Merulana, Roma, 9 febbraio – 26 maggio 2024



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