Monster Chetwynd “The Cat’s Whiskers” al quartier generale di Sadie Coles, Londra


“The Cat’s Whiskers” è composto da un gruppo di quattro sculture in vetro soffiato a mano, esposte insieme a una serie di acquerelli recenti, presso la galleria Bury Street a St James’s. Risultato di un progetto ambizioso, le sculture sono state realizzate in collaborazione con artigiani altamente qualificati presso il National Glass Centre di Sunderland, in risposta a una commissione di Glass Exchange e svelate all’inizio di quest’anno presso la Galilee Chapel della cattedrale di Durham.

Realizzati nel 2022, ciascuno dei quattro diorami in vetro si ispira alla storia locale e all’ambientazione della Cattedrale di Durham, reinventando episodi della vita di due leggendari santi della Northumbria le cui tombe si trovano nella Cappella della Galilea. Le opere raffigurano storie della vita del Venerabile Beda e di St. Cuthbert, come descritto negli scritti di Beda. Composte in vetri luminosi e dai colori vivaci, le opere rivisitano drammaticamente gli episodi miracolosi attraverso una serie di vignette oniriche e quasi psichedeliche.

In queste scene reinventate Chetwynd adatta giocosamente ed esagera la scala, il colore e il gesto per ottenere effetti drammatici, trasponendo l’inaspettata surrealtà e il gusto dei suoi ambienti performativi come diorami microcosmici. Ciascuno pullula variamente di elementi fantastici. In una scena della vita di San Cutberto, l’esorcismo di una figura che si presenta femminile raffigura un fumetto traslucido che scaturisce dalle loro labbra per rivelare una figura satanica alata scarlatta che esegue una danza maliziosa. In San Cutberto e le lontre marine– che descrive la storia di Cuthbert che emerge dalla preghiera acquatica per essere asciugato dal respiro e dalla pelliccia delle lontre – minuscole figure sono inghiottite da uno schieramento abbagliante di calamari giganti, anguille e ricci di mare; evocando contemporaneamente un senso di gioiosa assurdità e meraviglia per il mondo naturale.

Messo a confronto con la pratica più ampia di Chetwynd – che lei descrive come “realizzata con impazienza” – e performance esuberanti e in evoluzione spontanea, la realizzazione della commissione ha comportato il lavoro a stretto contatto con abili creatori per un periodo di molti mesi per produrre le quattro intricate sculture. Il processo culmina invece con il vetro che prende forma attraverso azioni rapide compiute prima che si raffreddi. In questo senso, le opere incarnano in modo autoriflessivo un’espressione contenuta di collaborazione e immediatezza, così come l’approccio multiforme alla narrazione al centro del lavoro di Chetwynd.

Per questa mostra, Chetwynd ha scelto di installare le sculture su mobili domestici, come mezzo per ricontestualizzare e familiarizzare il costrutto visivo formale dell’allestimento di una galleria. L’uso di mobili riutilizzati estende anche la ricerca dell’artista di lavorare con materiali riciclati e sostenibili.

Mostrati in dialogo con le sculture sono due gruppi di acquerelli che rappresentano una sperimentazione recentemente avviata e in corso sul rapporto tra performance e pittura. Realizzate energeticamente, le opere fungono sia da documentazione che da luogo fisso dell’azione performativa e dei suoi gesti liminali. Con personaggi tratti direttamente da spettacoli passati o dall’immaginazione, le loro scenografie fluide, spontanee e gestuali trasmettono l’atmosfera dirompente di euforia e caos che si trova nella pratica performativa dell’artista.

in Sede centrale di Sadie Coles, Londra
fino al 12 gennaio 2023



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