Niclas Riesphoff, Co Westerik “Case di lumache per Berlino” a Shahin Zarinbal, Berlino


Ogni volta che lascio Berlino, noto un odore strano sui miei vestiti. Non è sudato, muschiato o umido, e non del tutto disgustoso, piuttosto costruttivo che corporeo: forni a carbone in disuso, polvere tra le assi del pavimento, detriti fumosi. Una camera da letto non riscaldata. Un rubinetto calcificato. Abbandono – con contorno di lievito madre. Quelle che potrebbero suonare come le note di un profumo di nicchia abusato e obsoleto, fanno scattare il mio campanello d’allarme: prendi. lontano. da. me.

Di recente ho rinunciato alla stabilità, e ormai al privilegio, di un contratto d’affitto e sono entrato in una catena infinita di subaffitti, cosa che avevo evitato con successo per la maggior parte del mio soggiorno in questa città. Il mercato immobiliare è per giocatori d’azzardo e investitori, e ho classificato come avverso al rischio senza attività.

Nel vecchio appartamento ho lasciato un frigorifero, un vecchio materasso, un po’ di farina d’avena e una pila di vestiti. Ci è voluta circa una settimana prima che mi rendessi conto che l’odore si era trasferito insieme alle altre mie cose nel mio nuovo posto. Come sbarazzarsi di questo profumo fin troppo familiare? Qualcosa a cui si è così abituati, che scompare dalla propria percezione ed entra nella coscienza solo quando viene rimosso dal contesto di casa? Può essere lasciato indietro?

Cerco di individuare dove ho raccolto per la prima volta le particelle e gli organismi specifici che compongono quell’odore. Ho inalato frammenti di tutti i tipi di architetture.

Beveva acqua con piombo da vecchi tubi. Bevute condivise e culi baciati. Ho nutrito il mio microbioma. Immagino che queste congiunzioni stiano iniziando a far crescere una casa dentro di me.

Mi viene in mente il mio periodo alla scuola d’arte e come tutto fosse sempre polveroso. Cammino verso la mia libreria appena installata nel mio appartamento appena abitato—“congratulazioni, che aggiornamento”– e tira fuori un catalogo di Paul Thek. Non mi considero una persona particolarmente nostalgica, ma forse l’interno di The Tomb aveva una somiglianza olfattiva con quello che sto descrivendo? Sto sfogliando le pagine, cercando un disegno che dica SUPERA TE STESSO SUPERA TE STESSO SUPERA TE STESSO OTTIENI

SU TE STESSO. Invece, trovo una piccola lumaca stampata che striscia sul retro del libro, con le ali attaccate al suo guscio e le stelle che scintillano sui suoi tentacoli, la configurazione perfetta, e cosa si può chiedere di più?

Cristoforo Wierling

a Shahin Zarinbal, Berlino
fino al 17 dicembre 2022



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